mercoledì 15 settembre 2010

Outcast: Chiacchiere Borderline - Episodio 05

C'era qualcosa di bello alla Gamescom 2010? Le demo a pagamento sono un segno della decadenza morale che ci attanaglia? C'era qualcosa di brutto alla Gamescom 2010? Come si spiega Tempest alla zia di Desangre? C'era qualcosa alla Gamescom 2010? Hanno senso le scelte morali nei videogiochi? C'era la Gamescom 2010? I casualoni sono davvero così scemi? Queste e altre domande non trovano risposta nel quinto episodio di Outcast: Chiacchiere Borderline, il podcast che compie un anno anche se esiste da sette mesi.

In questo episodio:
Gamescom 2010 [04:25], Dead Rising: Case Zero e le demo a pagamento [13:18], i quindici anni di Pleistescion [22:55], il lessico dei videogiochi [23:34], i sistemi morali nei videogiochi [49:37], i venticinque anni di Mario [70:46], chi gioca a Farmville è più furbo di te [73:50], Marco Calcaterra: al di là del tempo e dello spazio [83:00].

* Cistapiacendocino [84:05]:
Metroid: Other M [84:40], Unbeatable Babyface [85:55], Clive Barker's Jericho [87:45], Two Worlds [88:00], Urban Reign [88:22], VVVVVV [88:52], And Yet It Moves [91:45].

* Post Scriptum:
Dead Space: Martyr [96:16]

Soundtraccia: Un anno di Outcast - Andrea Babich / Supermariolove - Andrea Babich / The Suburbs - Arcade Fire

Modi per ascoltarci:
Outcast su iTunes
Il link diretto all'mp3 di questo episodio

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martedì 14 settembre 2010

Un anno di Outcast

Un po' più di un anno fa, ero in ufficio a chiacchierare con lo Sbrocchieri e il Gigirizzi. Si parlava di questo e di quello, di quel che sarebbe divertente fare e di quel che si potrebbe fare. Con ancora in testa la deprimente esibizione in mutande al ritmo di Guitar Hero, parlammo di provare a realizzare un podcast (video) di Nextgame. Si sarebbe dovuto intitolare "Videogiochi in mutande". Per fortuna l'idea morì subito. Rimase però la voglia di farlo in versione audio. Passano i mesi e non se ne fa nulla, anche se l'idea torna fuori regolarmente. Passa altro tempo e mi ritrovo a far da ospite in un episodio extra di RingCast. E mi rendo conto che la roba mi diverte proprio. Del resto, considerando quanto a suo tempo mi divertii con le tre trasmissioni di Kaibastation...

E allora nasce la voglia di farlo, 'sto benedetto podcast. Se ne chiacchiera con Fotone, si decide che deve essere una roba per i fatti nostri, indipendente, si coinvolgono altre brutte persone e si comincia, senza avere la minima idea di come fare. Problemi tecnici, disorganizzazione, incapacità di parlare davanti a un microfono... l'inizio è stato un disastro, ma pian piano siamo cresciuti e siamo arrivati a mettere in piedi una roba che ha - quando non scatta il delirio di pacchi e contropacchi - due uscite mensili fisse e un numero sempre crescente di episodi extra. E continua ad essere disastrata da problemi tecnici, disorganizzazione, incapacità di parlare davanti a un microfono.

Oggi cade il primo anniversario di quel tragico Episodio 0, e se mi guardo indietro vedo un sacco di pattumiera. Vedo però anche che, nel contesto di una roba fatta tanto per fare, portata avanti remando contro l'inedia di chi mi circonda, messa assieme senza avere la minima padronanza tecnica e senza spenderci un soldo più del minimo indispensabile (un programma m'è toccato comprarlo), qualche soddisfazione me (ce) la sono (siamo) tolta. Alla fine uno gnocco tosto di gente che ci scarica sempre c'è, così come ci sono i tanti apprezzamenti, più o meno diretti. E un paio di ROTFL, che fanno sempre piacere.

È un bel vivere. Sarebbe più bello se non mi ritrovassi a montare gli episodi a notte fonda e se ci fosse qualcuno disposto a pagarmi per farlo, ma insomma, eh, a parte il fatto che è ancora tutto da dimostrare che questa scoreggia di podcast possa essere una roba in grado di meritarsi dei soldi, il problema fondamentale è che no. E quindi no. Ma va bene così, è comunque bello.

Grazie, comunque. A chi ci ascolta, a chi ci commenta, a chi ci scrive e a chi ci sprona. E ovviamente alla mandria di inaffidabili debosciati che partecipano al podcast, con particolare attenzione a Fotone che assembla le spettacolari copertine, a Babich che ha composto delle splendide siglette, al Toso che ha composto un'inascoltabile sigletta e a chi nel corso di quest'anno ha proposto delle idee. Tipo DeSangre e RuMiKa, che addirittura hanno estratto dal cilindro delle rubriche. O Braincoso, che si è pure inventato una serie di Podcast. O tipo Mattia, che una volta, tanto tempo fa, ha addirittura suggerito un argomento. E poi gli altri, che stanno elencati là sotto.

L'immagine è la copertina del Reportage su Gamescom e GDCE 2010 che avrebbe dovuto essere e non sarà mai. Qua invece sta Il Tentacolo Viola.

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martedì 7 settembre 2010

Outcast Reportage: GDC Europe 2010

Le seghe mentali hanno vita lunga e noi lo dimostriamo raccontandovi, con quasi un mese di ritardo, la Game Developers Conference Europe 2010. Un bel coacervo di riflessioni, girotondi e - ovviamente - seghini sulla sorella minore della fiera più bella che c'è. E ricordate: uno.

In questo episodio:
* Introduzione:
GDChE? [02:15]

* Seghe mentali:
Cinema e videogiochi [02:55], Kane & Lynch 2 ha preso 1 su Destructoid [11:15], il keynote di Warren Spector [15:46], David Cage parla dello sviluppo di Heavy Rain [21:54], Alan Wake: inchiostro e camera a spalla [29:16], la storia di Guerrilla Games: Hermen Hulst si parla addosso [33:20], Ray Muzyka, Greg Zeschuk e la nascita di Bioware [36:12], messaggio promozionale [38:05], Red Steel 2 e quel fenomeno di Jason VandenBerghe [39:25], Kinect sì, Kinect no, Kinect muori [50:06], la filosofia sadica di Limbo [53:00], il tao del game design [55:32], GDC über alles[61:04]

* Post Scriptum:
Ualone a Colonia [66:47]: Achievement [68:06], la Gamescom che fa bene che fa male (Mindjack [89:00], Magic: The Gathering Tactics [90:15], Marvel vs. Capcom 3 [92:10], Fallout: New Vegas [92:15]), divagazioni sul giocare di ruolo applicato agli Achievement ma non solo [93:15]

Soundtraccia: Still Alive - The Gifford Children's Choir / The History Of Everything - Barenaked Ladies

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